Da non poco tempo, e con poche eccezioni, la musica italiana, d'autore e non, alternativa o no, 'giovane o 'adulta' è afflitta da una sindrome, che chiameremo 'del figlio scemo', fatta di palesi plagi (ma che si fa finta di non vedere), di brutti suoni (ma si sa, con pochi mezzi..), di cantanti stonati e mediocri musicisti (ma pieni di buone intenzioni..), di musiche reazionarie (ma con testi 'impegnati'), di aspirazioni da classifica (regolarmente frustrate), di aderenza sciocca a cliché non compresi, di 'rock in italiano' (evidente ossimoro), insomma, davanti agli evidenti scarsi risultati, si reagisce con una bonomia pietista che tende a scaricare le responsabilità di tale desolante scenario al 'sistema' assolvendo ed incoraggiando quei musicisti che invece sono dei palesi cretini.
Ma chè, ci pagano per perdonarli cristianamente?
Da questo punto di vista Controradio rivendica fieramente di 'non fare sconti', anche a costo di essere tacciata di esterofilia. Ma anche noi ci accorgiamo che delle eccezioni ci sono, e senza dubbio Marco Parente, che seguiamo da tempo, è una di queste.
Artista tra i più particolari e dei meno inquadrabili degli ultimi anni, Marco è particolarmente apprezzabile per la sua onestà, per i suoi continui tentativi di crearsi una strada personale senza adagiarsi sul già raggiunto, per la minuzia quasi paranoica con la quale organizza le sue trame sonore su strutture perennemente instabili, per il suo instancabile farsi domande, per i suoi live cervellotici ma altrettanto 'fisici', insomma, per quella specie di continua chirurgia a cuore aperto che non risparmia nulla a noi, ma neanche a se stesso.
Nato a Napoli nel 1969, ma piazzato a Firenze da una quindicina d'anni, Marco dà presto segno di se come batterista (con Andrea Chimenti e negli Otto'P'Notri) e come percussionista negli album 'Ko De Mondo' e 'Linea Gotica' dei CSI. Proprio per la collana 'Taccuini' del Consorzio Produttori Indipendenti esce nel 1998 il suo primo album, 'Eppur Non Basta', nel quale la scrittura febbrile, inquieta e onirica che sarà il suo marchio distintivo fa ben mostre di sé.
Seguono 'Testa Di Cuore' (1999), 'Trasparente' (preceduto dal singolo 'La Mia Rivoluzione', 2002), l'ep 'Pillole Buone', il live 'L'Attuale Jungla' ( con la Millennium Bug Orchestra, 2004), con le collaborazioni (sincere) di Manuel Agnelli degli Afterhours, di Cristina Donà, di Paolo Benvegnù, dei La Crus, dei Timet, e poi un libro (per la City Lights), Patty Pravo che incide una sua canzone, la partecipazione al premio Ciampi,il tributo a Robert Wyatt, le performances con Bollani, Ed Sanders, John Giorno, Jodorowsky e Ferlinghetti, i video, gli esperimenti live con musicisti delle più varie estrazioni, al jazz all'elettronica, dai quinterni rock alle ensemble 'da camera'. Insomma, uno che si dà da fare. E se la risposta del mercato è quella che si può immaginare, la critica non gli risparmia lodi.
Difficile catalogarlo in un 'genere', qualcuno ha proposto 'rock da camera' (ma non ci sembra qranchè ..), certo è che tante sono le influenze nella sue composizioni, dall'improvvisazione di stampo jazzistico all'elettronica minimale, dalle atmosfere rarefatte (alla Radiohead) alle progressioni beatelsiane, dal tropicalismo a suggestioni 'progressive', dalla canzone italiana al folk inglese. La musica di Marco Parente è nient'altro che la musica di Marco Parente.
A settembre uscirà un suo nuovo album 'Neve Ridens'1 primo di due capitoli, cui seguirà (nel Febbraio 2006) 'Neve Ridens' 2 ,album che si annuncia più 'diretto' dei precedenti, introdotto a Firenze da una serie di piccoli eventi che Controradio seguirà. Oltre al progetto video 'Minute Stanze', che sarà presentato il 10 Settembre a Prato nella serata finale del nostro Videominuto.
Ma di questo, e di altro lasciamo parlare Marco
E' sempre difficile parlare di musica, specie se si tratta della tua musica. Sono arrivato alla fine di "Neve Ridens" sì con entusiasmo ma anche con la sensazione di uno che ha appena vomitato, (perdonami l'immagine poco poetica)un moto liberatorio e doloroso al tempo stesso. Questo solo per dirti che non riesco ancora a parlarne in modo discorsivo e rilassato come vorrei. Di una delle facce della stessa medaglia (Neve Ridens 1) mi viene in mente una definizione: otto sambe artiche.
Ma in cosa il nuovo progetto è simile ed in cosa diverso dai precedenti?
Ho sempre l'illusione di riuscire a dare un inizio e una fine a ogni lavoro che faccio quindi la speranza di riazzerarmi ogni volta che ne affronto uno nuovo. Certo a questo punto non posso negare, con tre dischi alle spalle, di cogliere delle similitudini e una continuità nell'approccio compositivo di alcune canzoni. Mentre registravo spesso avevo sensazioni che mi riportavano alla mente il periodo di "Testa Di Cuore". Invece il fatto di aver lavorato con pochi e affiatati musicisti, proprio come una band, mi ha fatto pensare agli inizi di "Eppur Non Basta", pochi punti in comune invece col precedente "Trasparente". Perché due uscite separate?Mi sono ritrovato con molto materiale, molto troppo denso per farlo uscire in un disco doppio, così via via che ci lavoravo ho maturato A: la possibilità di diluirlo in due uscite separate a distanza di pochi mesi uno dall'altro B: concepire due facce di una stessa medaglia unite concettualmente ma con opposto approccio musicale ed emozionale. Il primo ha l'impeto della reazione, il secondo la calma della riflessione.
Per l'uscita del primo volume hai pensato ad una presentazione un po' particolare, vagamente situazionista
In occasione dell'uscita del primo dei due "Neve Ridens" decido nella città in cui vivo di esplodere in cinque punti differenti per natura e possibilità con esibizioni/performance di dieci minuti circa, a distanza l'una dall'altra di un'ora e mezza. Un vero e proprio tour lungo un giorno, il 20 settembre. L'itinerario comprende come tappa di partenza Controradio in seguito il Sottopassaggio della Stazione, la Libreria Feltrinelli, poi è la volta della galleria d'arte moderna "FYR" e infine la vetrina di Luisa in via Roma. Il filo conduttore sarà "Neve Ridens" e le sue canzoni.
Qual è dunque il tuo rapporto con Firenze?
Non so se è perché non sono un vero fiorentino (Nemo profeta in patria), o per aver seguito con orgoglio e coerenza le mie idee ma nei miei confronti Firenze si è sempre dimostrata accogliente e aperta. In fondo io ci vivo bene e la considero la mia città.
Una curiosità, hai lavorato con Ferlinghetti per il progetto 'Fuck Art Let's Dance', la frase mi fa pensare ai Ramones più che a Robert Wyatt, in che modo la tua musica si concilia con quel motto?
Penso sia un felice slogan che vuol provocare più l'arte in giacca e cravatta seduta nei salotti che il suo primordiale significato, esalta l'atto espressivo (dance) più che il risultato finale (art) e credo che questo tipo di approccio appartenga ai Ramones quanto a Robert Wyatt
Marco è inoltre coinvolto con la canzone dal nuovo disco 'Amore o Governo' nel progetto di Graziano Staino, patrocinato da Enrico Grezzi 'Minute Stanze' al quale partecipano tre case discografiche, Mescal, Urtovox e Stout Music, con i loro artisti Marco Castoldi alias Morgan, la rockband Afterhours, la cantautrice Cristina Donà, Paolo Benvegnù, la band A Toys Orchestra, Micevice, Songs for Ulan e il chitarrista e compositore Lorenzo Corti.
Le minute stanze, un video visionario che porterà lo spettatore in un mondo "sommerso diviso in nove zone ovvero le nove stanze che compongono l'opera, un minuto per ogni stanza", emergeranno solo il 10 settembre 2005 nella serata finale della XIII edizione della rassegna Videominuto organizzata da Controradio presso il Centro d'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Molte le occasioni dunque per seguire questa curiosa 'eccezione'.
Neve ridens, un giorno
Neve ridens
di Roberto Barone
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